UNO, NESSUNO E CENTOMILA

26 – 27 OTTOBRE 2024

Compagnia Tiberio Fiorilli

presenta

ANDREA BUSCEMI

in

UNO
NESSUNO
CENTOMILA

di Luigi Pirandello

uno spettacolo di Andrea Buscemi
riduzione e adattamento Andrea Buscemi

con

Livia Castellana e Martina Benedetti

musiche Niccolò Buscemi

direzione artistica Dino Signorile
organizzazione Luca Amoruso

 

“La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest’albero,respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest’albero. Albero,nuvola, domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo.Tutto fuori, vagabondo”
Mai come in questo inquieto momento storico la poetica di Luigi Pirandello torna attuale. Dopo un secolo, la sua Weltanschauung può essere ancora unachiave interpretativa per l’uomo contemporaneo, che continua ad essere afflitto dalle solite assillanti domande.
Perciò Uno Nessuno Centomila rischia di diventare una sorta di manifesto ideologico anche per l’essere umano di
oggigiorno, un testo e una tematica “urgenti”, come si usa dire nelle migliori famiglie di intellettuali impegnati.
Peraltro l’ultimo romanzo di Pirandello, pubblicato nella sua stesura definitiva nel 1925, resta denso di enigmi.
Per l’autore è “sintesi completa di tutto ciò che ho fatto e la sorgente di quello che farò”. Il romamzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”.
Il protagonista Vitangelo Moscarda appare come il personaggio di maggior autoconsapevolezza di tutto l’universo pirandelliano. Dapprima inconsapevole e impacciato, prigioniero delle opinioni altrui, poi sempre più determinato a cercare l’autenticità sprituale dell’esistenza, fino all’affrancamento finale da tutte le “rabbie del mondo” più bui e sconfortanti,disumanizzati, condividono con sempre maggiore. Il titolo stesso allude a un percorso di progressiva presa di coscienza della verità esistenziale, lontana dai lacci socialiche irretiscono la libera espressione sprituale dell’uomo (Pirandello riteneva che l’arte fosse l’unica dimensione veramente umana, e nobile e degna, perchè libera da interessi materiali e vincoli sociali di ogni sorta). Nel suo percorso verso la verità, intrapreso a seguito della
scoperta di un difetto fisico di cui non sospettava l’esistenza, Moscarda intuisce che sono centomila i Moscarda prodotti dallo sguardo degli altri, il che vanifica l’originaria sua certezza di essere Uno. Non accettando più di essere alcuno degli ingannevoli Moscarda fabbricati dagli sguardi della società, egli giiunge alla conclusione di essere Nessuno. Mai come in Uno Nessuno Centomila (adattato per la messinscena dallo stesso Buscemi), Pirandello mette a fuoco in modo icastico le dinamiche dell’alienazione moderna e dell’impossibilità di un’esperienza di vita autentica, com già intuirono molti pensatori a cavallo dei due secoli, da Nietzche, Shopenhauer, Bergson, Freud, e che in seguito attecchiranno prepotentemente con l’avvento della società di massa.
Diffidando profondamente della cosiddetta “civilta’”, costruita dagli uomini sulla base della loro avidità, Pirandello ci indica che il vero uomo è il “folle” (alla fine Moscarda sarà internato in un ospizio di mendicità, e da lì comincerà a narrarci il suo racconto) che, rifiutando di scendere a compromessi con la società materialistica, non può che aspirare alla vita spirituale (fino a farsi aria, vento,un angelo puro, e lasciare il meglio di sè in un libro).
Una condizione che Andrea Buscemi e tutti gli artisti coinvolti in questo progetto, consapevoli di quanto
l’umanità veleggi berso tempi sempre più bui e sconfortanti, disumanizzati, condividono con sempre maggiore
convinzione.

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