ISMENE

21 – 22 DICEMBRE 2024

ISMENE

DI GHIANNIS RITSOS

 TRADUZIONE NICOLA CROCETTI

 

             regia di Fulvio Cauteruccio

            con Flavia Pezzo e Massimo Bevilacqua

            assistente alla regia Alessio Martinoli

            scenografia Alice Leonini

            organizzazione Laura Bandelloni

            ufficio stampa Pina Izzi

             produzione Krypton

 

 Uno spettacolo frutto di un lungo studio di contemporaneizzazione del mito classico.

La protagonista è Ismene, quarta e dimenticata figlia del celebre Edipo, sorella di Antigone; una donna che apparentemente è rimasta ai margini della notorietà nella famiglia di origine denuncia uno ad uno i familiari ed il contesto che ha determinato la rovina nella quale ella stessa si ritrova, rivendicando infine la libertà di decidere del proprio destino. L’incomunicabilità che cresce e finisce per divorarti come un cancro, l’illusione del potere, il timore di sé stessi e dei propri limiti o delle proprie emozioni, la paura, il rancore, l’amore rinnegato o respinto, il rimpianto, la tentazione della rinuncia, della resa, la scelta di andare avanti mettendo sé stesse al primo posto; tutto è presente nelle parole della protagonista del monologo.

Un inno alla vita, alla forza femminile, al coraggio, quali che siano le prove che le donne affrontano: le difficoltà date dai ruoli familiari, dal contesto sociale di vita (pensando in particolare a paesi dove le donne non godono dei diritti minimi, ma anche alla strada che l’Occidente deve ancora intraprendere nel segno dell’emancipazione)

La regia di Fulvio Cauteruccio unisce il linguaggio della parola con la musica di grandi artisti, da Giovanni Lindo Ferretti ai Depeche Mode. Il risultato sono 60’ di “Opera Rock” dove il linguaggio della musica delle chitarre e dei sintetizzatori si mescola alle parole più antiche e universali del mondo.                    

 Un monologo intimo e potente che entra nelle viscere della contemporaneità, una contemporaneità dove la paura è padrona delle anime, la guerra divora le vite, la civiltà decade, l’Occidente implode su sé stesso e l’individuo, su cui sembra incombere un ineluttabile destino, resta silente, privato della sua libertà, della sua volontà.

Qual è il miglior territorio per sviscerare tutti questi temi? La famiglia di Edipo e Giocasta, che diventa ineluttabilmente la nostra famiglia reale.

Per dirla con le parole di Ismene, che qui diventa un’eroina rock “Non è rimasto niente. Solo La Sfinge di pietra sulla rupe fuori dalle porte di Tebe, indifferente, indisturbata, non pone più quesiti. L’inutile clamore si è acquietato. Si è vuotato il tempo”.

Fulvio Cauteruccio

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