14 – 15 FEBBRAIO 2026

La scelta dello spettacolo La scuola delle Mogli di Molière è conseguenziale al fatto che ogni giorno sentiamo notizie di “Femminicidio”. Questo termine, purtroppo diventato di uso comune è il risultato di una violenza su una donna. Abbiamo imparato a conoscere le “panchine rosse”, simbolo di un posto occupato da una donna che non c’è più, portata via dalla violenza! Quante “scarpette rosse”, simbolo della lotta per i diritti delle donne contro ogni violenza di genere, vediamo nelle piazze Italiane…La causa scatenante, per la maggior parte dei casi, la GELOSIA. Ma nel passato avveniva tutto ciò? Questa è la domanda che ha acceso la miccia per la messa in scena di questo classico del Teatro d’Autore. Oggi più che mai necessario! Molière scrive La scuola delle Mogli nel 1662 e tratta il tema del tradimento con assoluta criticità. I dialoghi tra Arnolfo e Crisaldo evidenziano le differenze di vedute, dovute alle relative consuetudini e alla realtà sociale dell’epoca. Il tema trattato? Le corna! Nel linguaggio comune le corna si possono mettere o avere, tradire o essere tradito… questo tema ha fatto la fortuna di autori, sceneggiatori, registi teatrali e cinematografici, ma non di Molière. La commedia attaccava la morale dell’epoca e fu oggetto di scandalo, tanto da rendere difficili le pubblicazioni delle commedie seguenti, nonostante egli godesse della protezione di Luigi XIV. Il tema di fondo de La scuola delle Mogli è il contrasto tra l’irrazionalità di un uomo Arnolfo, succube della sua folle gelosia e la ragione espressa da Crisaldo, che cerca di riportare l’uomo alla realtà delle cose. I costumi d’epoca, riflettono le varie classi sociali del 700. La scenografie mobili, realizzate da Rudy Zoppi, permettono il passaggio da un esterno a un interno casa con velocità. I movimenti coreografici sono di Marina Ansalone. La caratterizzazione dei vari personaggi, rende la Scuola delle Mogli uno spettacolo divertente, musicale e romantico.
SINOSSI: Arnolfo (Vito Cesaro) decide di sposare la giovane Agnese (Matilde Brandi) cresciuta ed educata fin da bambina alla più profonda ingenuità e semplicità. Infatti è convinto che solo le donne educate, istruite e mondane siano in grado di tradire un uomo. Invece la ragazza che sta per sposare è talmente ingenua e semplice da non poter nemmeno comprendere la possibilità di tradire. Sarà, invece, questa stessa ingenuità a farla cadere nelle braccia di un’altro uomo (Orazio) proprio perché “semplicemente” innamorata. Se volessimo declinarla ai giorni nostri potremmo vederci una stupenda commedia romantica in cui l’amore vince su tutto, in quanto sentimento genuino, viscerale, senza sovrastrutture intellettuali.
MESSA IN SCENA MUSICALE: La messa in scena è contaminata, positivamente, dalle musiche di Danny Elfman. Molti sono i momenti cantati, dove Matilde Brandi esprimerà i sentimenti d’amore di Agnese, nei confronti di Orazio. Ovviamente le emozioni cambiano a secondo dei momenti e diventano di disprezzo nei confronti del tutore Arnolfo. Un trio particolare tra Agnese e i servitori divertirà il pubblico presente. Lo spettacolo si chiude con una canzone corale… Il finalissimo delle ”nozze”. Insomma, Il bel canto e i movimenti coreografici, spostano l’asse dello spettacolo da prosa a commedia con musiche.
CONCLUSIONI: Si tratta di un bellissimo esempio di ciò che dovrebbe essere l’Amore con la A maiuscola: un sentimento irrazionale a cui non si può dare una spiegazione. L’amore che a noi piace. Viva l’amore sempre!
Vito Cesaro

